Velletri teatro di pietra a cielo aperto ...



Quanta storia, la nostra città! Quante ricche tradizioni! Velletri, teatro di pietra (per citare una bellissima definizione di Marcello Fagiolo, storico dell'arte e dell'architettura), un teatro di pietra a cielo aperto, della storia e della memoria, almeno per quella buona parte di territorio rimasto indenne da tristi eventi distruttori. Ma ci sono memorie, testi storici, tradizione orale a riportarci le infinite ricchezze storicoculturali della nostra città. 

C'è una linfa vitale che scorre e trae nutrimento dalla terra che abbraccia i nostri vitigni e ci consegna a provvidenziali braccia aperte la ricchezza delle nostre Uve! C'è un nettare che parla anch'egli di storia; a volte benedetta, a volte nefasta ma pur sempre storia degna e importante. E a volte benedetti, a volte nefasti sono anche gli esiti delle vendemmie. Per non parlare poi dei tempi attuali, instabili, preoccupanti, che tagliano gambe, aspirazioni e progetti a venire. E anche Velletri cerca di resistere, di lottare, di rimboccarsi le maniche e costruire futuro. Questo almeno dovrebbe essere il progetto comune, di tutti indistintamente. Ritrovare progettualità comune e ritrovarsi. O forse anche, ritrovarsi per ritrovare. 

Chi siamo? Quale, la nostra identità? Quale l'eredità ricevuta dagli avi? Quale augurio comune si innalza, quando leviamo i calici? Quello che compendiamo speranzosi pro domu nostra soltanto in una mega candela offerta una volta l'anno? O quello di una comunità che abbia ancora voglia di stare insieme, scendere per le strade e riappropriarsene, lasciar ferme le macchine senza andare necessariamente for de mura per trascorrere una serata, essere parte di un evento, progettare tutti per uno e uno per tutti, risollevarsi dal vittimistico stato comatoso di Cenerentola dei Castelli Romani? 

E si potrebbe, sì... continuare e continuare ancora, perché basta guardarsi intorno per osservare non certo l'erba sempre più verde del vicino, ma osservare – anche attraverso gli ormai diffusi mezzi di comunicazione che questi tempi ci consegnano - come e cosa attuare per creare incoming turistico, vita comune, città smart, territori non-periferie di metropoli ma attori delle proprie peculiarità e dei propri teatri di pietra naturali! 

Il tempo, la Storia (che anche noi andiamo creando, coi nostri atti, fatti od omissioni) ci consegna ogni anno il momento della vendemmia e del lieto accostar le labbra al calice del novello. Si riaffaccia per le vie la voglia di festa che indossa l'abito e il profumo dell'autunno.
Per le principali vie e nell'asse stradale che corre dall'ormai scomparsa Porta Romana fino a Porta Napoletana (coincidente all'inizio e alla fine con l'antica via Maestra o via Romana, oggi corso della Repubblica, e al centro con le vie Borgia e del Comune) tornano i passi della Storia a condurci for de mura. In territorio neutro i sei cavalieri coi colori di San Salvatore, Santa Maria, Portella, Castello, Collicello e Santa Lucia si contendono anno dopo anno il drappellone, il Palio delle Decarcie.  

Preceduti dal Corteo Storico curato da qualche anno a questa parte dall'Associazione Sbandieratori e Musici di Velletri presieduta da Fabio Antonetti, i cavalieri sotto i colori dei propri vessilli di contrada varcano Porta Napoletana per essere consegnati a viale Oberdan, dopo aver percorso le importanti piazze cittadine, quelle che ancora il Fagiolo definisce vere e proprie scene urbane, dunque teatri della memoria. 

Una tipicità storica veliterna, quella dei giochi equestri che il Gruppo Equestre Folcloristico Città di Velletri di Franco De Masi incarna degnamente e porta come eccellenza locale anche in tutto il territorio nazionale, presente in rievocazioni storiche, feste civili e religiose, etc.; così come pure l'Associazione Sbandieratori e Musici di Velletri si pregia portare for de mura e in eventi anche internazionali i colori ed i vessilli della nostra Municipalità. 

Le due associazioni unite confidano in una riappropriazione di storia e tradizione, nella ricostituzione di fazioni, taverne di contrada con pietanze storiche (integrate anche da esercizi operanti nel settore ristorazione), gruppi di decarcia, tifoserie e quant'altro affinché si possano celebrare e trasmettere le peculiarità storiche di una città dal passato glorioso e soprattutto si riesca a dare spazio alla creatività, alla voglia di gioco e di comunità della cittadinanza.  

E ritrovando il piacere di ritrovarsi, far rivivere la città ed accogliere degnamente chi intendesse venire ad assaporarla e viverla con noi.   



Ad maiora, Velletri … non ci stancheremo mai di dirlo!



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