Pillole ... 3

 Ogni anno, poi, in un venerdì di marzo, una persona per famiglia residente nella decarcìa doveva mettersi a disposizione del Capo dei venticinque della propria contrada per essere comandata ai lavori di ripristino e riadattamento delle principali vie pubbliche. 

In caso di guerra o adunanza generale degli Eserciti i Priori dovevano scegliere sei persone, una per ognuna delle Decarcìe tornate al numero originario, le quali avevano il compito di portare le sei bandiere coi colori delle contrade (quali siano stati non ci è stato tramandato: nel ripristinare la memoria di esse si è, all'oggi, operata la scelta di scegliere l' Arme della famiglia più cospicua abitante in ogni contrada ed elevarla a colore dell'intera decarcìa).

Ognuna di quelle bandiere aveva l'obbligo di marciare avanti alle truppe, ognuna in linea con l'altra e stando ben attente a non sopravanzarsi reciprocamente. 



E dopo la guerra, la pace ... Ufficio antico quello dei pacieri, a Velletri! La gente era abituata a risolvere da sé i contrasti, conflitti, vertenze. Bastava trovare una persona gradita e accettata dalle due (o più) parti in causa, procurarsi un notaio (cosa alquanto semplice, sembra, per l'abitudine di questi professionisti a stazionare in tutti i luoghi pubblici di ritrovo), appartarsi in un luogo acconcio (spesso un muretto, il sagrato di una chiesa, il portico dei mercanti presente in ogni piazza principale ... ) e rimettersi al giudizio del paciere. Per secoli si è andati avanti così fino a veder codificato e regolamentato questo ufficio popolare, quasi l'odierno giudice di pace. I Conservatori della pace furono istituiti in numero di quattro per ogni decarcìa, due uomini e due donne. 

Ma un'altra usanza risultava significativa per la vita sociale dei quartieri cittadini. Una volta l'anno in ogni decarcìa si adunava, inun luogo stabilito, tutta la popolazione; questa assemblea generale della contrada eleggeva un Capo Contrada col compito esplicito di apparecchiare (tutti contribuendo!) una mensa comune, a cui ognuno era tenuto a partecipare, per sopirvi tutti i rancori e le inimicizie che s'erano prodotte nell'anno trascorso, e forse simili adunanze non erano così rare e sempre rivolte a così alti ideali. 



Considerate le numerose testimonianze sull'interesse della popolazione dell'antica città per i giochi, le gare, le competizioni equestri e ginniche, addirittura per le corride, non è poi così assurdo pensare che gli abitanti delle Decarcìe si organizzassero, sotto i colori delle proprie bandiere di contrada, per sostenere in qualche modo i propri rappresentanti o partecipanti a queste gare per le quali un posto d'onore spettava alle cavalcate, alla quintanaalla corsa agli anelli e persino alla corsa degli asini



Sulle Decarcìe nella città di Velletri (introduzione degli Editori)  
Fonti: Augusto Tersenghi "Velletri e le sue contrade", Velletri 1910; stesso autore "Saggio Storico di Topografia e Toponomastica Veliterna, Velletri 1930; Tommaso Bauco "Storia della Città di Velletri", Velletri 1851; Bonaventura Theuli "Teatro Historico di Velletri" , Velletri 1664
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Fabi&Lenci Editori - Velletri, 1996 




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