Le origini





Nessuno è profeta in patria. Mai detto fu più azzeccato.

Nel 1995, il compianto architetto Nicola Ferri, assessore all’agricoltura della Giunta Ciafrei, insieme ad un gruppo di “fedelissimi” decise che era il caso di fare qualcosa per Velletri, il paese che lo ospitava. Decise di fare della Festa dell' Uva e del Vino qualcosa di nuovo, all'altezza delle tradizioni. Dare un nuovo volto ad una festa che, dopo antichi splendori, negli anni venti e successivi era una “Festa Nazionale”, era decaduta a poco più che una festa di quartiere.

Serviva qualcosa che potesse risvegliare il senso di appartenenza, di campanilismo nella popolazione di Velletri. Anticamente il territorio dell'antica Velitrae era suddiviso in Decarcie, qualcosa come i rioni storici di altre realtà, ma di molto più importante, avendo funzioni politico-amministrative di primo livello. 

Perché non fare come avviene in altre parti d' Italia, perché non fare come a Siena? Un traguardo ambizioso, qualcosa che nessuno o quasi osava immaginare, ma Nicola era una persona d'ampie vedute, dalla vita avventurosa e che non conosceva ostacoli.
La suddivisione del territorio c'era, un gruppo di cavalli e cavalieri dall'esperienza riconosciuta ai più alti livelli, il Gruppo Folk Equestre Città di Velletri, un pugno di fedelissimi collaboratori convinti e sostenitori dell' idea, il suo Ufficio. 

Così nasce il progetto che dà origine al Palio delle Decarcie, una manifestazione storico-folkloristica, uno spettacolo, non certo una gara vera e propria. Non era quello lo scopo. Lo scopo era : risvegliare la popolazione di Velletri, il suo senso di appartenenza alla Decarcie, il sano campanilismo, l'amore per la propria Città. Uniti nella diversità. Tutto in poco tempo, ma tutto che sarebbe dovuto durare almeno tre/cinque anni per portare a Velletri una lotteria nazionale, attraverso la quale superare i legacci imposti, spesso, dalla ricerca di fondi. Bandiere, stemmi, costumi, figuranti, cavalli e cavalieri erano pronti per dar vita, nella seconda domenica di ottobre dell'anno 1995, all'interno della Festa dell' Uva, alla prima edizione del Palio delle Decarcie. Una giostra in cui i cavalieri, in rappresentanza delle sei Decarcie (Castello, Collicello, Portella, Santa Lucia, Santa Maria e San Salvatore) si sfidano per la conquista di un simbolo, un simbolo di vittoria degli uni sugli altri, di un “drappo”. 

La giostra doveva tenersi nella mattina della Festa come “unica attrattiva” e svolgersi in Piazza del Comune, quello che era ed è un meraviglioso palcoscenico naturale. Fu lì che il giorno 8 ottobre 1995, alle ore 10.30, sotto un bellissimo sole, si svolse il primo Palio delle Decarcie, preceduto e seguito da un meraviglioso Corteo Storico che formatosi dall'unione di due Cortei, uno partito da Piazza Garibaldi ed uno partito da Porta Napoletana, riunitisi sotto la Torre del Trivio, giungeva a “Palazzo di Città”.

Alla fine di una spettacolare giostra, il primo “drappo”, realizzato da Mario Tata, fu assegnato alla Decarcia di San Salvatore rappresentata dal cavaliere Roberto Lungarini.

L'avventura era iniziata, il resto è storia. 



Filippo Alivernini  







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