Pillole ... 2

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Gli Statuti, riformati nel 1541, ci hanno conservato una sbiadita, eppure ancora riconoscibile, fotografia di quel che doveva esser stata l'organizzazione politico sociale dell'epoca precedente. In essi quattro erano i quartieri-contrade-decarcìe preminenti: Castello, Collicello, Portella, San Salvatore. 

Da queste venivano gli Otto Probiviri (due per Decarcìa) eletti dal corpo del Consiglio comunale uscente. Questi Otto dovevano rinnovare gli uffici pubblici, erano loro ad eleggere le massime cariche del Governo cittadino : i Priori (in numero di quattro che duravano in carica due mesi); il Consiglio Maggiore (centoventi cittadini scelti tra gli abitanti delle decarcìe); il Consiglio Minore (quattro gruppi di trenta consiglieri del Consiglio Maggiore che a turni di sei mesi affiancavano i Priori nelle cure di governo). Sopra tutti c'era la nuova autorità del Cardinal Vescovo, Protettore e Governatore della città tramite il suo Luogotenente. 

Appena eletti, e subito dopo il solenne giuramento, i Priori avevano un'incombenza immediata: eleggere, creare e ordinare gli Ufficiali pubblici che spettavano alle Decarcìe e cioè : due Consoli per Decarcìa (e relativo Notaio) che sovrintendevano ai boschi comunali; due Governatori per Decarcìa (e relativo Notaio) per i due possedimenti comunali di Lariano e Fajola; in totale ventiquattro persone di cui ventidue da trarre direttamente dalla popolazione dei quartieri secondo antica consuetudine. Inoltre, le Decarcìe avevano diritto a veder eletti dai Priori due Provveditori dei danni per la Decarcìa (totale di otto). 

altri incarichi che ricadevano sulle Decarcìe erano i cosiddetti Regolatori delle Acque. Prima della costruzione, all'inizio del XVII secolo, del grande Acquedotto Fontana, che affrancò Velletri dalla cronica penuria d'acqua, in città vi erano pozzi, cisterne e fontane, alcune delle quali alimentate da due acquedotti, Petroli Vitrice. Il primo captava le acque delle falde del Monte Artemisio e le immetteva alla Fontana Rosata, posta fuori di Porta Romana: le Decarcìe di San Salvatore e Castello, attraverso propri cittadini eletti alla bisogna dai Priori, dovevano provvedere al controllo e la vigilanza su queste preziose fonti. 

Sempre i Priori dovevano eleggere i Capi dei Venticinque : uno per ogni Decarcìa (quindi altri quattro uomini) che rappresentavano gli arruolatori e i caporali di uno speciale corpo di milizia cittadina. 


Velletri aveva da sempre un esercito cittadino di una certa rilevanza per i tempi. Due compagnie
di corazze (cavalleria leggera e pesante) formate dalla nobiltà veliterna; una compagnia di balestrieri (in seguito di archibugieri, carabinieri etc.) ordinata in vera e propria istituzione, tra le più antiche della città; una compagnia di armati al soldo (còrsi o bretoni, secondo i periodi storici) a tutela dei confini; un corpo di artiglieri (dotato di colubrine e cannoni) e poi una milizia popolare. Le Armi erano in ervizio permanente effettivo. La milizia popolare era organizzata tramite queti Capi dei Venticinque, eletti dai Priori e al ocmando del Capitano Generale. DettiCapi dovevano avere, sempre e com unque disponibili ai propri ordini, venticinque altri uomini della decarcìa che giuravano loro obbedienza ed in grado di trovarsi in armi ad ogni chiamata. In totale cento soldati, che potevano crescere di numero a seconda dell'esigenza e gravità del momento. 



Altra incombenza che ricadeva sui Capi dei Venticinque e i loro uomini (per la quale diventavano all'occorrenza forza di polizia giudiziaria) era rappresentata dalle indagini preliminari che doveva compiere il Sindacatore. Il Sindacatore veniva eletto dal Consiglio Minore, su proposta dei Priori, ogni volta che era in scadenza il mandato di un qualsiasi pubblico ufficiale: dagli stessi Priori in giù. Doveva egli indagare, ed emettere sentenza (e pena), sulle attività, interessi, affari, rapporti, azioni, atti e quant'altro compiuto dal pubblico ufficiale in questione e che avesse relazione con la carica ricoperta. Per arrivare a tanto c'era bisogno di ripercorrere tutte le vicende e le tappe della vita pubblica e privata della persona in oggetto. Per farlo il Sindacatore eleggeva i Capi dei Venticinque, dopo altro solenne e specifico giuramento, a propri agenti nelle decarcìe di competenza con il compito di ricercare tracce dell'attività pubblica e privata dell'indagato. La relazione giurata del Capo diventava in alcuni casi determinante. 


(segue) 


Sulle Decarcìe nella città di Velletri (introduzione degli Editori)  
Fonti: Augusto Tersenghi "Velletri e le sue contrade", Velletri 1910; stesso autore "Saggio Storico di Topografia e Toponomastica Veliterna, Velletri 1930; Tommaso Bauco "Storia della Città di Velletri", Velletri 1851; Bonaventura Theuli "Teatro Historico di Velletri" , Velletri 1664
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Fabi&Lenci Editori - Velletri, 1996 


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